Sovraffollamento delle falesie: un problema complesso che richiede rispetto e comprensione reciproca

Siamo consapevoli che questo è un argomento che potrebbe suscitare reazioni intense in molti arrampicatori.

Ogni tanto ci capita di incontrare arrampicatori frustrati perché non riescono a trovare una linea libera per arrampicare a causa del gran numero di climbers presenti in falesia. Alcuni sembrano pretendere che la palestra di roccia sia riservata esclusivamente a loro, e ci sono persino coloro che sostengono che i corsi di arrampicata dovrebbero essere svolti solo in palestre indoor.

L'arrampicata è diventata sempre più popolare negli ultimi anni, portando a un aumento del numero di arrampicatori che affollano le falesie. Questo ha generato frustrazione e lamentele da parte di alcuni arrampicatori che si trovano a dover fare i conti con una maggiore affluenza e una minore disponibilità di linee libere, per lo più il Sabato e la Domenica o durante le feste. Tuttavia, è importante comprendere che il sovraffollamento delle falesie non può essere attribuito esclusivamente ai corsi di arrampicata, ma richiede una visione più ampia del problema.

Spazio pubblico aperto a tutti

Le falesie sono spazi pubblici aperti a tutti gli appassionati di arrampicata. Pretendere di avere tutta la palestra di roccia a disposizione in modo esclusivo è irrealistico e non rispetta i diritti degli altri arrampicatori. Ogni persona ha il diritto di arrampicare e di godersi gli spazi disponibili, indipendentemente dalle proprie abilità o dal fatto di frequentare un corso di arrampicata.

Diritti degli allievi dei corsi di arrampicata

Gli allievi dei corsi di arrampicata hanno gli stessi diritti di chiunque altro di praticare questo sport. Non esistono leggi o regolamenti che vietino loro di frequentare le falesie. Sebbene possano essere meno abili o richiedere più tempo, è fondamentale riconoscere il loro diritto di arrampicare e di godersi questa attività come qualsiasi altro arrampicatore.

Gestione degli affollamenti

Nel caso in cui si incontri una linea occupata, è corretto mettersi in fila e chiedere di arrampicare dopo gli altri arrampicatori in attesa. È importante cercare di fare spazio a tutti e favorire un clima di collaborazione. Tuttavia, per evitare affollamenti e garantirsi maggiori possibilità di arrampicare, si suggerisce di preferire le prime ore del mattino o i giorni lavorativi, quando solitamente le falesie sono meno frequentate. Inoltre, esplorare falesie meno gettonate può essere un'alternativa per coloro che desiderano evitare i luoghi più affollati.

Non incolpare i corsi

È importante evitare di incolpare i corsi di arrampicata per il sovraffollamento delle falesie. La presenza di allievi di corsi, insieme ad altri arrampicatori, contribuisce alla varietà e all'energia della comunità arrampicatori. La diversità di livelli e abilità arricchisce l'ambiente e offre opportunità di crescita per tutti, anche il più esperto arrampicatore una volta era un principiante. Recentemente, al Sasso Remenno in Val Masino, abbiamo notato la presenza di oltre 70 arrampicatori, tra cui i nostri allievi di un corso di arrampicata e anche altri allievi provenienti da corsi diversi. In tutta sincerità, non riusciamo a trovare una ragione valida per cui un allievo che ha scelto di frequentare un corso di arrampicata dovrebbe essere privato del diritto di arrampicare in una falesia.

I problemi veri: come preservare l'ambiente

Il sovraffollamento delle falesie non è solo una questione di difficoltà nel trovare una fila per arrampicare, ma rappresenta un problema di impatto ambientale molto più grave. Dobbiamo considerare che le palestre di roccia si trovano principalmente in contesti naturali e, arrampicando, potremmo causare danni alla flora, alla fauna e alla stessa roccia che potrebbero durare per sempre, anche per le prossime generazioni. Si tratta di argomenti estremamente delicati su cui molte persone discutono, e mentre alcuni adottano comportamenti consoni per rispettare e preservare l'ambiente, purtroppo molti altri no.

Inoltre, bisogna considerare la questione della chiodatura e della manutenzione delle falesie. Chi si occupa di tali attività? Esistono leggi e regolamenti a riguardo? Negli Stati Uniti, ad esempio, è stato creato un consiglio chiamato "Access Fund" che si impegna principalmente a garantire l'accesso ai siti di arrampicata e a preservare l'ambiente circostante. Per maggiori informazioni, è possibile visitare il loro sito web all'indirizzo: https://www.accessfund.org/.

Dato l'importanza di tutti questi argomenti, che richiedono un'analisi approfondita, abbiamo deciso di dedicare ulteriori articoli a ciascun tema. Ne parleremo nel dettaglio in futuro.

Ci auguriamo che queste informazioni possano contribuire a chiarire alcuni punti e a promuovere un clima di rispetto e comprensione reciproca nella pratica dell'arrampicata in falesia.

5 Commenti

  • Marco Barbi,

    Hai detto bene: tutti hanno diritto ad arrampicare, anche quelli che non frequentano i corsi. Per cui se un corso và in una falesia, non ha alcun diritto di occupare 12 tiri e fare salire in moulinette tutti quanti, impedendo, di fatto, la fruizione A TUTTI dei tiri impegnati.
    Anche quanto detto per gli orari, visto che quando si muove un corso è il corso che crea entropia, sarebbe corretto che proprio il corso si presentasse presto senza arrivare a spodestare chi già sta arrampicando in tranquillità.

  • Pietro Stainer,

    Assolutamente d’accordo su tutta la linea, avete scritto il santa sanctorum dell’arrampicatore!
    Chi non segue questa filosofia di arrampicata avrà sempre difficoltà a capire questo meraviglioso sport!

  • Federica,

    Tutto vero, ma vale la considerazione anche al contrario: quando si portano 10 più corsisti in falesia, non si possono tenere tutti i tiri occupati con la corda dall’alto come se scalare su quei tiri fosse un diritto di chi li “occupa” per primo.
    Ugualmente, si dovrebbe portare in falesia gente che sa come muoversi in sicurezza, almeno nelle regole di base, invece si vedono scene decisamente pericolose (corda tolta dal grigri per cambiare assicuratore senza che chi scala si sia messo in sicurezza, persone che scalano da due sulla corda non passata nei rinvii senza considerare chi scala intorno e i pericoli di un’eventuale caduta,…).
    Il rispetto è la base, ma vale per tutti, a prescindere dall’esperienza

  • Pietro,

    Ma infatti nessuno dice che chi viene dai corsi non abbia diritto ad arrampicare in falesia. Il vero problema è che i corsi ti danno le basi dell’arrampicata ma non insegnano “l’educazione da falesia”. Se occupi una via per 4 ore (è si…è successo veramente…più volte) o lasci la corda in catena per parecchio tempo occupando una via manchi di educazione. E spesso questo comportamento lo praticano i frequentatori di palestra. Basterebbe insegnare un minimo di educazione oltre ad insegnare ad arrampicare.

  • Mattia Parietti,

    La differenza sostanziale tra un frequentatore e un corso è che il corso è un’attività con scopo di lucro, che sfrutta il lavoro non pagato dei chiodatori per trarne profitto. Chi guadagna dai corsi dovrebbe versare una quota simbolica ai chiodatori per il mantenimento di quella che è l’origine del loro profitto.

    Un’altro aspetto non volutamente citato da voi è il fatto che per fare i corsi si occupi la falesia per un tempo maggiore rispetto a quello necessario per le salite, piazzando le corde in moulinette tutto il giorno. Questo non è per niente un rispetto per chi altro potrebbe usufruirne mentre vi mangiate il panino o spiegate i nodi.

    Avete chiodato voi il Remenno? Bene, allora fateci tutti i corso che volete. Non l’avete chiodato voi? Bene, allora la prossima volta fate una donazione ai chiodatori.

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