Rivelazioni e Smentite nel settore delle Guide Alpine sul caso del Disegno di Legge Borghi

Dopo aver pubblicato la nostra smentita del comunicato delle guide alpine, intitolato "Una nuova specializzazione professionale delle guide alpine: l’arrampicata sui vetri", e aver giocato ed ironizzato con la fantasia inventando la nuova specializzazione, ci siamo accorti dell'esistenza del disegno di legge n. 194.
Abbiamo prontamente divulgato la notizia a tutti gli addetti ai lavori e avviato una petizione online.

In un'epoca in cui la trasparenza e l'informazione tempestiva sono sempre più fondamentali, il Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane ha finalmente rotto il silenzio; il fulcro del dibattito è il disegno di legge proposto dal senatore Enrico Borghi, una proposta legislativa che ha suscitato notevole clamore per le sue potenziali implicazioni sul mondo dell'arrampicata, del canyoning e dell'escursionismo in Italia.

Il Disegno di Legge Borghi: Innovazione o Passo Indietro?

La proposta legislativa ha sollevato una tempesta nel settore, dato che molti non erano a conoscenza della sua esistenza o del suo contenuto fino a tempi recenti. Ciò che ha maggiormente destato preoccupazioni è l'accentramento delle competenze didattiche nelle mani delle Guide Alpine Italiane, un monopolio che, secondo alcuni, potrebbe limitare notevolmente le possibilità di praticare e insegnare l'arrampicata in Italia, in palestre artificiali e su roccia, oltre a tutte le altre attività in outdoor come il Canyoning e l'escursionismo.

La Smentita del Collegio Nazionale delle Guide Alpine

Di fronte a una tale controversia, il Collegio Nazionale delle Guide Alpine Italiane ha preso posizione con una dichiarazione ufficiale, affermando di non essere stato coinvolto nella stesura del disegno di legge e di non promuoverlo. La precisazione del Collegio cerca di distanziarsi dalle modifiche proposte da Borghi, sottolineando come il DDL non miri a creare una nuova figura professionale, ma piuttosto a modificare l'esistente figura dell'Accompagnatore di Media Montagna, introdotta dalla legge nazionale n. 6 del 1989. Tuttavia, le figure del maestro di arrampicata e delle guide di canyoning non vengono menzionate nel comunicato stampa, lasciando intendere che il DDL potrebbe causare la scomparsa delle realtà già esistenti.

Una Visione per il Futuro

Nonostante il chiarimento, permane una sensazione di insoddisfazione tra coloro che vedono nel DDL Borghi un'opportunità mancata per modernizzare e rendere più inclusive le professioni legate alla montagna. Il dibattito sollevato da questa vicenda evidenzia la necessità di un dialogo aperto e costruttivo tra le varie parti interessate, dalle guide alpine ai praticanti di arrampicata, canyoning, escursionismo, dalle associazioni sportive, professionali e al legislatore.

La questione sollevata dal DDL Borghi e dalla successiva smentita del Collegio Nazionale delle Guide Alpine apre una riflessione più ampia sul futuro delle attività di montagna in Italia. In un contesto in cui la sicurezza e la professionalità devono andare di pari passo con l'accessibilità e la libertà di pratica, è fondamentale trovare un equilibrio che soddisfi tutte le parti coinvolte.

In conclusione, il dialogo tra le associazioni e le istituzioni governative si è aperto, con la speranza che si possa arrivare a una soluzione che promuova la crescita e lo sviluppo sostenibile delle professioni di montagna, nel rispetto delle tradizioni e delle innovazioni che caratterizzano il settore.

Ringraziamo di cuore tutti i sostenitori e i firmatari della petizione per il loro costante appoggio. Grazie a voi e a tutti gli enti coinvolti, per la terza volta, siamo riusciti a scoprire ed interrompere proposte legislative volte a instaurare un monopolio delle guide alpine. Il vostro sostegno è stato fondamentale nel preservare la pluralità e la libertà nel settore dell'escursionismo, dell'arrampicata e del canyoning. Grazie per averci sempre sostenuto e per non aver mai dimenticato l'importanza di questa causa. Se non l'hai ancora fatto FIRMA LA PETIZIONE

Per non dimenticare guarda tutti gli articoli dal 2020 ad oggi: Archivio articoli contro il monopolio delle guide alpine

Comunicato guide alpine

Il Collegio Nazionale Guide alpine italiane, visti alcuni articoli usciti sulla stampa nazionale in merito al disegno di Legge del senatore Enrico Borghi (DDL n.194) sulle professioni della montagna, desidera comunicare alcune precisazioni.

-Le Guide alpine Italiane non sono state coinvolte nella stesura di questo disegno di legge e non ne sono promotrici.

-Ciò detto, è bene chiarire che l’articolo n. 1 dello stesso disegno di legge non va a creare una nuova figura professionale ma a modificarne una già esistente, quella di Accompagnatore di media montagna, istituita dalla legge nazionale n. 6 del 1989, Art. 21.

- L’articolo in oggetto, semplicemente modifica il nome di questa figura professionale da “Accompagnatore di media Montagna” in “Guida escursionistica di montagna”, inquadrandone l’attività come già faceva la legge 6/89, con alcune specifiche aggiuntive.

- Questo articolo, oggetto della polemica sollevata da Associazioni di Guide ambientali, di fatto dà la possibilità, ma non l’obbligo, alle Guide ambientali di vedersi riconosciuta la propria competenza professionale, facendo richiesta di rientrare negli elenchi ordinistici degli Accompagnatori di media montagna, previo adeguamento formativo e superamento dell’esame di abilitazione.

Il Collegio Nazionale resta come sempre disponibile a un confronto nelle sedi governative deputate.

1 Commento

  • Amabile Valsecchi,

    Da 53 anni faccio parte del CAAI Club Alpino Accademico Italiano. Sono anni che le guide spingono x essere i padroni del mondo, molti di loro (non tutti) pensano che gli altri siano degli incapaci, penso che i signori a Roma abbiano cose molto più importanti da fare x sistemare questa Italia che peggiora tutti i giorni. Buone arrampicate a tutti alla faccia delle guide e dei politici che sparano stronzate.

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